VESTIRE LA SCENA
La mostra “Vestire la scena, organizzata dal Centro Internazionale di Palazzo Te nel 1993, presentava una rassegna di costumi e abiti d'epoca della celebre sartoria teatrale Tirelli, a testimonianza di trent’anni di attività appassionata di un creatore di abiti unici, nonché collezionista d'arte.
Tutti i pezzi erano disposti su basamenti di differenti altezze. La volontà progettuale era quella di "recuperare allo sguardo” lo spazio fantastico delle Fruttiere, in quel momento occupato e frammentato da enormi carrelli, alti oltre quattro metri, interamente coperti da impenetrabili teloni neri, coronati da ghiere metalliche di supporto al sistema di illuminazione; 'macchine’ che, dovendo essere riutilizzate, furono svuotate, mantenendo solo il telaio, completamente trasparente, togliendo le ruote e mantenendo un possibile piano di appoggio per un impiantito terminante a gradini che nascondesse la struttura di base.
In questa mostra per la prima volta veniva affiancata alla figura dell’architetto quella di un tecnico della luce: con l'aiuto della luce, magistralmente dosata da Sergio Rossi, si cercò di dare all'ambiente l'assetto di un teatro praticabile dove presenze fisse, i costumi esposti, e presenze in movimento, i visitatori, si potessero sovrapporre in una immagine unica sempre diversa,
moltiplicata dal riverbero degli specchi 'appannati’.
moltiplicata dal riverbero degli specchi 'appannati’.
La scelta di posizionare in alcuni punti strategici superfici specchianti permetteva, infatti, mediante un gioco di luci riflesse, di ricreare un'atmosfera di scena riconducibile a quella tipica delle sfilate di moda e soprattutto, coerentemente con la provenienza della maggioranza di abiti esposti, a una rappresentazione teatrale.